Distretto Biologico “Terre Marchigiane”

Nasce nelle Marche, su iniziativa dell’associazione AnaBio, ed assieme alla federazione provinciale Coldiretti, un nuovo distretto biologico nella provincia di Pesaro-Urbino, che coinvolge i comuni di Pergola, Frontone, Serra Sant’Abbondio, San Lorenzo in Campo, Fratte Rosa, Mondavio, Terre Roveresche, Monte Porzio, Sant’Ippolito, Fossombrone, San Costanzo, Cagli.
Si tratta di un territorio in cui si va registrando un rilevante incremento delle aziende biologiche che esercitano anche l’agriturismo. Come sottolinea la presidente di Anabio Marche Sara Tomassini, il biodistretto è uno strumento innovativo di organizzazione territoriale, volto sia ad incrementare il ruolo multifunzionale del settore primario, sia a migliorare le prestazioni agro-ambientali in chiave sostenibile. Superando il concetto di azienda biologica come unità produttiva isolata, i distretti rappresentano ‘luoghi’ di addensamento e di intreccio delle filiere agroalimentari biologiche, di valorizzazione delle tipicità locali e della qualità ambientale, di sperimentazione di politiche e strumenti efficaci di sviluppo economico e sociale.

 L’I.I.S.  “A. Cecchi”  fa parte del Distretto Biologico Terre Marchigiane.

Carta dei Principi

Un distretto biologico è un’area geografica dove agricoltori, cittadini, operatori turistici, associazioni e pubbliche amministrazioni stringono un accordo per la gestione sostenibile delle risorse locali, partendo dal modello biologico di produzione e consumo (filiera corta, gruppi di acquisto, mense private e pubbliche bio). Nel distretto biologico, la promozione dei prodotti biologici si coniuga indissolubilmente con la promozione del territorio e delle sue peculiarità, per raggiungere un pieno sviluppo delle potenzialità economiche, sociali e culturali”

 

Data la rilevante presenza nella provincia di Pesaro e Urbino, anzi in tutto il territorio marchigiano, sia di aziende che di cooperative agricole biologiche, tutte accomunate da una particolare attenzione alla condizione umana e all’ambiente oltre che dalla volontà di sviluppare attività tese all’inclusione socio lavorativa di persone svantaggiate, la peculiarità del Distretto Biologico Terre Marchigiane, sarà quella di essere incentrato sia sull’aspetto territoriale-ambientale che su quello socio-economico.

Ciò comporta, per entrambi gli aspetti, il superamento di logiche strettamente aziendali e/o individuali per una visione a tutto tondo, di sistema, che ha come scenario l’intero territorio ed i suoi attori, istituzionali e non, adottando altresì una strategia collettiva tesa al raggiungimento di obiettivi comuni: sviluppo economico sostenibile orientato alla valorizzazione delle risorse locali, dei prodotti naturali e tipici, del turismo consapevole e sostenibile, delle culture e delle tradizioni, attraverso criteri di solidarietà, equità, eticità. Se il raggiungimento del benessere ed equilibrio psicofisico della persona, valorizzando la qualità delle relazioni e le politiche di inclusione sociale, deve essere al centro dell’attività umana, tanto più va implementata l’azione delle aziende bio a vocazione sociale volta al sostegno delle fasce più deboli della popolazione ed in generale di quanto è parte vitale della Madre Terra: esseri viventi, piante, acqua, aria….

Si intravedono alcune questioni politiche tali da spingere tutti senza tante possibilità di scelta a un mutamento sociale, che dovrà rinnovare sia l’uomo sia le cose fatte dall’uomo.

“C’è più tempo che spazio” ribadisce Papa Francesco.

Il Distretto Biologico Terre Marchigiane si propone pertanto di:

-promuovere, tutelare e diffondere il metodo di produzione biologico in campo agricolo, zootecnico, agroindustriale, forestale, nell’ambito della trasformazione dei prodotti sino alla distribuzione, della cura e tutela del verde urbano e periurbano nonché in generale del paesaggio e delle aree protette, come modello di gestione delle risorse;

-stimolare ed organizzare la cultura del biologico, attraverso attività di ricerca (in collaborazione con istituti scolastici, università, centri di ricerca, enti e società pubbliche e private), divulgazione e formazione riguardanti l’agricoltura biologica, la gestione sostenibile del territorio perseguendo un modello di sviluppo volto all’inclusione socio lavorativa di persone in difficoltà e/o con disabilità, senza escludere il mondo scolastico e i giovani;

– Condividere e partecipare al Distretto Biologico Terre Marchigiane per esortare a coltivare, allevare e custodire, un qualcosa senza tempo che ci chiede di lavorare per costruire un nuovo umanesimo e cambiare i paradigmi dominanti;

 -valorizzare e consolidare la relazione con le comunità locali (i cittadini e le loro famiglie), con le loro aggregazioni (associazioni di volontariato, cooperative, secondo e terzo settore) e con le istituzioni locali;

-promuovere e sostenere l’agricoltura sociale, cooperative sociali ed aziende agricole, orientandole all’adozione di modelli di impresa multifunzionali, cooperanti e solidali;

– promuovere a 360° il consumo di prodotti biologici, anche nelle mense pubbliche e private.

-individuare strategie efficaci per rivitalizzare e ripristinare le aree demaniali, le terre incolte ed i beni sequestrati alla criminalità, per metterle a disposizione di imprenditori biologici capaci di creare nuove occasioni di lavoro e disponibili ad inserimenti lavorativi di soggetti svantaggiati, e per renderle fruibili ai cittadini (aree verdi, orti urbani e/o sociali, parchi, piste ciclabili, aree umide…).

– Bloccare il consumismo e la cultura dello scarto attuali per adottare un modello circolare di produzione.

-Realizzare attraverso la collaborazione delle aziende agricole biologiche, della rete dell’economia solidale e gli attori territoriali pubblici e privati, un sistema del verde urbano e periurbano che preservi la biodiversità e la qualità delle componenti naturali garantendone ai cittadini la fruibilità: orti scolastici, urbani e sociali, parchi, aree incolte da rigenerare, corridoi ecologici ecc.

-promuovere collaborazioni e sinergie dirette a favorire la coesione sociale e la valorizzazione delle diversità, il consumo consapevole e la sana alimentazione, utilizzando le competenze e le pratiche di inclusione sociale proprie delle aziende biosociali e delle attività commerciali;

-erogare, alle aziende associate, servizi, consulenze, strumenti tecnici in condivisione;

-favorire stili di vita sani improntati alla protezione della salute, in generale del benessere fisico-mentale-sociale-economico, alla lotta agli sprechi, al risparmio energetico, alla creazione di occasioni strutturate di sharing (condivisione e collaborazione in vista di obiettivi comuni), in generale di uso sostenibile delle risorse.

Il Distretto Biologico Terre Marchigiane svolge, altresì, ogni altra attività direttamente connessa a quella di tutela e valorizzazione dell’agricoltura biologica, della natura, dell’ambiente, dell’economia nonché della formazione e della ricerca.

I soggetti coinvolti saranno le aziende agricole e cooperative biologiche, le associazioni di categoria e dei consumatori, le pubbliche amministrazioni, gli Enti parco, le scuole, gli enti che si occupano di reinserimento socio lavorativo (Asl, Consorzio Mestieri, rappresentanze di categoria, Caritas Diocesana, ecc. ) le associazioni ambientaliste e quelle con scopi sociali, Slow Food, i gruppi di acquisto e le loro reti, le imprese del settore agroalimentare e della ristorazione, le aziende del settore secondario e terziario, nonché le Fondazioni sensibili ai temi dello sviluppo sostenibile e dell’inclusione sociale.

Per il raggiungimento dei propri scopi il Distretto Biologico Terre Marchigiane utilizzando l’esperienza, le competenze e le pratiche di inclusione di tutti i propri soci:

– Si propone con proprio logo/marchio e ne cura la gestione secondo l’apposito regolamento;

-Opera nel rispetto dei principi e del metodo della mutualità senza finalità speculative, realizza i propri scopi ispirandosi ai principi definiti dalla Federazione Internazionale dei Movimenti di Agricoltura Biologica e della Carta del Forum dell’Agricoltura Sociale.

-Partecipa agli organismi locali, nazionali, ed internazionali aventi per oggetto la promozione e lo sviluppo dell’agricoltura biologica, la salvaguardia dell’ambiente ed in generale dei propri scopi (turismo, cultura, sport, …)

-Realizza, anche in collaborazione con enti pubblici ed organismi privati, attività di progettazione, formazione e ricerca per agricoltori e allevatori, trasformatori, commercianti, consumatori, tecnici, operatori turistici, amministratori locali

-Promuove, insieme all’amministrazione pubblica, l’informazione e la valorizzazione del modello di agricoltura biologica e sociale multifunzionale nel territorio e per un pubblico più vasto: guide dei prodotti e servizi locali, calendari di eventi del Distretto Biologico Terre Marchigiane, che valorizzino le produzioni tipiche e tradizionali, la cultura, l’arte, l’artigianato locale, il paesaggio, il benessere, la gastronomia, l’enoturismo, l’ecoturismo,  e l’integrazione delle persone svantaggiate

-Propone presso le amministrazioni locali l’utilizzo, nelle mense scolastiche, nelle strutture pubbliche e sanitarie, di prodotti e materiali biologici ed ecologici provenienti, in particolare, da aziende e cooperative biologiche delle Marche.

-Propone e promuove presso le scuole e gli enti o strutture interessate, incontri informativi e formativi incentrati sull’importanza dell’alimento come forma di cultura, prevenzione della salute e cura della persona

-favorisce e supporta anche in collaborazione con le organizzazioni di categoria, con le amministrazioni locali, con le università e fondazioni, lo start-up di nuove iniziative di agricoltura sociale e multifunzionale nel territorio marchigiano

-può aderire alla rete internazionale dei Bio-distretti, che intende contribuire alle politiche ed ai programmi di sviluppo integrato e sostenibile delle aree rurali, in armonia con gli obiettivi generali in materia di coesione economica e sociale dell’Unione Europea ed in coerenza con le risoluzioni delle Conferenze Internazionali delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile, la sovranità alimentare dei popoli.

– Parlare di ecologia integrale e agroecologia che inizi dentro le persone e si riverberi in tutta la sua potenza fuori con azioni concrete che portino alla pace e a un benessere pieno e condiviso, ci fa guardare senza filtri quanto male abbiamo causato al Creato.